[UTENTI] HANDY

HANDY LOC

“Una mano decide di staccarsi dal corpo del suo padrone e intraprendere un viaggio per cercare fortuna da sola”.
Tutti sicuramente potrebbero pensare ad un pretesto eccessivamente surreale, che non potrebbe funzionare in un film, ma un pretesto che allo stesso tempo incuriosisce. Cosa si può mai nascondere dietro questo banale incipit?
Innanzitutto si nascondono la dedizione, la passione e la perseveranza del suo creatore e regista esordiente, Vincenzo Cosentino, che è riuscito a realizzare e portare nei cinema il suo primo film, tutto quasi da solo.
Mascherato da un carattere apparentemente giocoso, a tratti anche condito da gag slapstick, Handy risulta essere un’opera di una sensibilità risonante e di una profondità inaspettata. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che una mano, di nome Handy appunto, potesse manifestare una personalità così tenace, una tale perseveranza da spingerlo a raggiungere luoghi lontanissimi e quasi inesplorati, il tutto per inseguire i propri obiettivi e i propri desideri.
E allora, parafrasando lo stesso Vincenzo Cosentino, se una sola mano è riuscita a raggiungere il Grand Canyon, chiunque può realizzare propri sogni, basta crederci e volerlo davvero.
In fondo, Handy rappresenta tutti noi, a partire dal suo ideatore. È riuscito, con una raccolta di fondi, a realizzare un film completamente da solo, tutto è stato fatto da lui e se andrete a vedere questo film, capirete come ci abbia lavorato fino ai minimi dettagli. Partendo dai costumi delle mani fino alle scenografie in miniatura, solo chi coltiva una vera passione sarebbe riuscito a realizzare un lavoro cosi minuziosamente impeccabile. Tutto è curato nei particolari e questo dimostra che solo chi ci crede davvero e chi mette tutto se stesso in quello che fa può raggiungere i propri obiettivi. Cosentino lo ha fatto e adesso può gustarsi il suo film al Cinema con merito.
Handy, a parte alcuni piccoli difetti tecnici (assolutamente perdonabili vista la sua autoproduzione), appare un film ben fatto che diverte e che contemporaneamente lascia un’impronta dentro di noi, l’impronta indelebile di una mano che non si è arresa, semplicemente Handy.

(Domenico Picciotto)