[UTENTI] LA VITA POSSIBILE E LA PAZZA GIOIA

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Anche quest’anno l’Agiscuola, in collaborazione con il Cine Lux di Messina, ha organizzato un progetto dedicato ai ragazzi della giuria “David Giovani”. Esso consiste nella visione di 10 film italiani che devono essere giudicati dagli studenti delle scuole messinesi. Uno dei vari film visionati è “La vita possibile”, Italia 2016, durata 100’, drammatico. È un film di Ivano De Matteo con Margherita Buy, Valeria Golino, Andrea Pittorino, Caterina Shulha e Bruno Todeschini. Il tema che prevale in questo film è la violenza sulle donne, vista come punto di forza da parte delle donne nel saper rinascere superando questo dolore. Anna (Margherita Buy), per fuggire da un marito violento abbandona la sua abitazione romana insieme al figlio tredicenne Valerio (Andrea Pittorino) che in tutti questi anni ha assistito ai maltrattamenti nei confronti della madre. Nonostante le denunzie e le diffide, l’uomo non da tregua ad Anna che nel frattempo va a vivere insieme a Valerio nell’appartamento dell’amica Carla, notevolmente generosa nell’accogliere l’amica in difficoltà a braccia aperte. A Torino, Anna prova a trovare un lavoro e una nuova vita che siano sicuri per lei e suo figlio. Valerio però sente la mancanza del padre e degli amici romani al punto di cercare di confortare la sua solitudine accompagnandosi a due stranieri: una prostituta dell’Est (Caterina Shulha) e un ristoratore francese (Bruno Todeschini). Il regista, in questo film, ha affrontato un tema sociale che accade quasi ogni giorno, colpendo in prevalenza le donne, anche se non affronta il tema per descrivere la violenza in tutta la sua completezza; bensì per mandare un messaggio e far capire che si può provare a lasciare alle spalle un tormento che è vivo dentro Anna nonostante cerchi di voltare pagina. Nel titolo c’è la vera chiave di questo film, come una porta che conduce alla libertà di poter chiudere un’orribile porta della vita, per dare accesso ad una “VITA POSSIBILE”. Ciò che mi ha colpito di questo film sono i sensi di colpa della madre, verso il bambino per averlo portato in una città dove ha abbracciato così tanto la solitudine da portarlo a stare con chiunque pur di alleviarla. Questa solitudine si eguaglia ad una parte del film “La pazza gioia”, Italia 2016, durata 118’, drammatico. È un film di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno e Bob Messini. In una parte dell’opera cinematografica emerge il dolore di una madre a cui è stato tolto il figlio e per tale motivo ha cercato persino di compiere un gesto orribile pur di stare insieme a lui. << Noi non vogliamo morire, vogliamo solo stare insieme.>> Dice l’attrice durante una scena del film nell’interprete di Donatella, madre del bambino (Micaela Ramazzotti). Questo dolore si collega a quello del bambino (Valerio) che sente la mancanza del padre nel film precedentemente citato. La tesi di maggior rilievo in questa pellicola è la follia, infatti le protagoniste sono due pazienti dell’Istituto Terapeutico “Villa Biondi”: Donatella Morelli e Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi). Le due donne s’incontrano proprio a Villa Biondi e nonostante la diversità dei caratteri, riescono a comprendersi aiutandosi l’un l’altra e instaurano un rapporto di amicizia molto profondo. Un giorno, uscite dal lavoro, approfittando del ritardo del pullman per tornare a Villa Biondi, decisero di fuggire insieme. In questa pellicola, il regista, vuole far capire agli spettatori quanto la sofferenza possa far diventare folli. Quella delle due pazienti è una pazzia che tende ad andare oltre ai limiti dell’incessante dolore per sentirsi libere al punto di darsi alla “PAZZA GIOIA”.

 

(Rosaria Mento)